venerdì 4 marzo 2011

Laghi Turano e Salto - domenica 6 febbraio 2011

E' sabato di primo pomeriggio, mi squilla il cellulare...è Sergione:
"Ciao Ciccio" mi fa, "che hai in programma per sto week-end?"
E io di risposta "...mah veramente nulla!"
"Allora ti propongo serata da me con megasfida a Call Of Duty, pizza, birra e rutto libero visto che sono da solo, poi domani mattina partiamo direttamente da qui per un giretto in moto...che ne dici?"
 Non me lo sono fatto dire due volte! mollo di buon grado tutto quello che stavo facendo, tiro fuori dall'armadio uno zainetto monospalla dalla capienza di un puffo (unità di misura equivalente a due mele e poco più), riesco ad infilarci a pressione un cambio di biancheria, il mio spazzolino e qualche capo tecnico per l'indomani, chiudo casa, inforco la moto e meno di un'ora dopo la telefonata raggungo Sergione a Guidonia.
La serata passa in fretta tra Playstation, schermo megaultrapiatto da millemila pollici, pizza, birra e soprattutto tanta tranquillità dovuta all'assenza di donne in giro per casa. Morfeo, intanto, comincia a reclamare la nostra presenza sempre più insistentemente, fintanto che gliela diamo vinta. Io mi sistemo sul divano letto, ma appena cerco di distendermi ...CRAKRAKRACK...e un deciso sprofondare delle mie chiappe nel ventre del divano mi riportano improvvisamente alla realtà....OPS! Ho sfondato il divano!!! o_O
Sergio dall'altra stanza, da poco in fase rem, mi lancia un muggito di richiamo "OOOOUUUHHHH?!?!??" come a voler dire "che è successo? stai bene? che cazzo stai combinando?" 
E io incredulo per l'accaduto "...tranquillo, s'è rotto il divano" al che decide di venire a costatare personalmente il danno, rimanendo altrettanto allibito per l'accaduto e lanciandomi un'occhiata interrogativa che io ho decifrato al volo come un "ma che cazzo stavi facendo sul mio divano?" Constatato ormai l'irreparabile danno, torniamo a dormire e io mi sistemo, mooolto delicatamente, dall'altro lato del divano, che però aveva la rigidezza di un'amaca...pazienza, sicuramente meglio del lettone insieme a Sergio!!! E mi addormento. La mattina dopo mi sveglio presto, ...con una capra morta in bocca. Non ho dormito un granchè! Il mio giaciglio era scomodo, la pizza mi ha messo una gran sete e mi sono dovuto alzare più volte per andare a bere. Ma come un bambino, l'impazienza di partire non mi fa stare a letto e decido di alzarmi. Mentre mi dirigo verso il bagno passo davanti la porta chiusa della stanza di Sergio e, dal ritmico e soave grugnito che proviene dall'interno, capisco che sta ancora dormendo come si suol dire "a culo aperto" e ne avrà ancora per un bel pò. Sarebbe stato meglio tornare a dormire e recuperare ma ormai ero sveglio e impaziente di partire, non sarei riuscito a riprendere sonno. Esco sul terrazzo e l'aria frizzante del mattino presto mi sveglia con una sberla. Il cielo sembra essere sgombro, anche se c'è una leggera nebbia che però si sta diradando. Consulto un po' le diverse cartine che mi sono portato dietro, per vedere se qualche toponimo o qualche mulattiera asfaltata cattura la mia attenzione, ma come al solito, c'è l'imbarazzo della scelta. Riesco solo a decidere la strada da fare per i primi chilometri e cioè passare per Marcellina e arrampicarsi su fino a San Polo dei Cavalieri, dopodichè avremmo deciso strada facendo. Strani versi provenienti dall'altra stanza mi riportano con i piedi per terra e capisco che il mio compagno di viaggio si sta svegliando. Lo vedo uscire dalla stanza con un aspetto abbastanza provato e la prima cosa che mi dice ovviamente non è buongiorno, perchè queste pratiche perbeniste di bonton tra noi le abbiamo abolite all'unanimità da diverso tempo, ma con voce impastata mi fa "...stanotte ho litigato col cesso! adesso richiamino e poi andiamo"
Finalmente siamo pronti, si parte, ma la signora TA600 si presenta abbastanza svogliata e intorpidita e non ne vuol sapere di partire al primo colpo! Ci tocca scendere, incoraggiarla, accarezzarla, minacciarla e riprovare finchè non si decide a partire...sappiamo tutti e tre che partirà sicuramente, deve solo decidere lei quando...eh l'età fa brutti scherzi, però quando una TA600 si decide a partire poi non ti molla più. E finalmente si parte, destinazione San Polo dei Cavalieri. 
Nonostante sia solo l'inizio di febbraio si sta veramente bene. La temperatura è l'ideale per uscire in moto e infatti scopriamo che molti altri bikers hanno avuto la nostra stessa idea. Ci arrampichiamo su per i tornanti della strada che da Marcellina porta a San Polo e ad ogni curva si scopre un pezzo della vallata sottostante ricoperta di radi batuffoli di nebbiolina azzurra, regalandoci uno spettacolo inaspettato. Decidiamo di proseguire sulla Tiburtina, tagliare per Orvinio e raggiungere il Lago del Turano, ma poco dopo Percile, con nostro grande sgomento per l'assenza di segnalazioni, la strada si interrompe, è chiusa per lavori, sbarrata da recinzioni metalliche di un cantiere!!! 
E ora? che si fa? Torniamo indietro? Intanto dietro di noi arriva un malcapitato automobilista diretto a Rieti che, incredulo quanto noi, scende dall'auto pronunciando diversi impropèri contro ignoti, lamentandosi anche lui dell'assenza di segnaletica. Sfodero la cartina e ci mettiamo a consultarla col tizio per vedere se è possibile prendere da lì qualche strada alternativa ma ne conveniamo che l'unica cosa da fare è tornare indietro fino alla Tiburtina e poi da lì regolarsi di conseguenza. Il tizio si rimette in macchina, si gira e torna da dove era venuto. A noi, però, di tornare indietro proprio non ci ingozzava, allora, mentre Sergio era in pausa sigaretta e pisciatina, io mi sono intrufolato nel cantiere approfittando dell'assenza di personale, per vedere in che condizioni era la strada...eravamo palesemente su una frana e stavano lavorando per impedire che la strada venisse trasportata a valle dal fianco mobile della montagna. Ogni tanto mancava l'intera corsia esterna, ma l'altra metà carreggiata era percorribile, con la dovuta cautela. Il cantiere, tra l'altro si estendeva solo per un centinaio di metri, quindi decidiamo che quello sterrato, per due Transalp è più che fattibile. Sfilo un pannello di recinzione, entriamo con le moto all'interno del cantiere, richiudo tutto così come lo avevo trovato, attraversiamo la frana senza il minimo problema e riguadagnamo l'asfalto dall'altro lato del cantiere. Proseguiamo verso Orvinio, Pozzaglia Sabina, Pietraforte e finalmente arriviamo al Lago del Turano che in questa stagione ci mostra un aspetto paesaggistico davvero molto originale. Compriamo due panini al volo e ci accampiamo sulla riva del lago, nei pressi di Colle di Tora, per consumare il nostro pasto, intenti a goderci quello spettacolo della natura.

Dopo la pausa pranzo riprendiamo il nostro viaggio verso il Lago del Salto, passando per il passo di Vallecupola. Man mano che saliamo il paesaggio diventa di una bellezza irreale, illuminato dalla luce calda del sole sulla via del tramonto. Arrivati al passo troviamo ancora la neve ai margini della strada, per la grande gioia del bambinone che era con me e che non ha esitato una sola volta a fare "l'angelo" e a rotolarsi indecorosamente nella neve ormai bagnata. E qui ci vuole la foto!!!
Da qui al Salto, la strada è tutta in discesa e il paesaggio si trasforma radicalmente, diventando molto più selvaggio e inquietante e, perciò meraviglioso! Da questo versante della montagna la roccia è molto più affiorante e ciò restituisce un senso di maggiore imponenza al paesaggio. Il sole, tra l'altro, ormai basso lo abbiamo lasciato ad illuminare l'altro versante e ciò contribuisce a rendere la nostra discesa al Lago molto più intrigante. Arriviamo alla diga del Salto che inizia ad imbrunire e da lì optiamo per un rientro veloce, visto il rapido abbassamento delle temperature e decidiamo di andare a prendere la Salaria a Rieti. 
I rientri, come al solito, non meritano di essere raccontati.
Ci salutiamo pugno contro pugno sul raccordo, all'uscita della Tiburtina, contenti e soddisfatti della giornata appena trascorsa, e forse un pò incazzati perchè ormai mancano poche ore ad un altro bastardo lunedì!
Ciao Brò! ;-)

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